Radon

Articolo tratto da Quattromura del 24/03/2001

Il Radon e’ un gas radioattivo inodore ed incolore che e’ stato rinvenuto in molte abitazioni in numerose regioni d’Italia. Esso proviene dal decadimento radioattivo dell’uranio presente nel suolo e nell’acqua ed attraverso l’aria che respiriamo si fissa nei polmoni. Tipicamente il Radon esala dal suolo e penetra nelle abitazioni attraverso le microfratture presenti nella muratura e nelle fondazioni.

Ogni abitazione puo’ avere problemi di Radon. Tutte le maggiori organizzazioni di salute pubblica auspicano un controllo del livello di Radon in ciascuna abitazione dal momento che indagini su larga scala se anche consentono di individuare un trend non forniscono indicazioni di dettaglio necessarie a programmare interventi strutturali di riduzione della concentrazione.

Alcuni studi nell’ultimo decennio hanno dimostrato che l’inalazione di radon ad alte concentrazioni aumenta di molto il rischio di tumore polmonare. I risultati di tali studi supportano l’opinione che, in alcune regioni europee ed in USA, il radon e’ la seconda causa, in ordine di importanza dopo il fumo, del cancro ai polmoni. Allo stato attuale di conoscenza si hanno gli strumenti ed i mezzi per contrastare il Rischio Radon.

Le autorità locali possono e devono ricoprire un ruolo essenziale. In questa sede si possono indicare tre approcci fondamentali:

  1. Migliorare la conoscenza della situazione del luogo riguardo i rischi legati alla presenza di radon;
  2. fornire informazioni alla gente;
  3. incentivare economicamente le azioni di mitigazione, non appena il rischio sia stato identificato. I primi passi in questa direzione si sono mossi, verso la metà del Novecento con le misurazioni di radon effettuate in diverse abitazioni svedesi nel 1956.

L’alto livello di radon rilevato in alcune case riscosse poco interesse in campo internazionale, perché il problema fu considerato esclusivamente locale. Soltanto 20 anni dopo si iniziarono studi sistematici su larga scala in numerose nazioni, che mostrarono che l’esposizione era generale e si potevano raggiungere livelli molto alti di concentrazione.

La Commissione Internazionale per la Protezione Radiologica (ICRP) sottolineò la vastità del problema per la salute pubblica e formulò specifiche raccomandazioni nella pubblicazione numero 65 del 1993.

L’ipotesi di un legame tra alte concentrazioni di radon e cancro ai polmoni fu messa in primo piano molto presto nel ventesimo secolo. La dimostrazione scientifica di questo legame è molto recente ma definitiva. Le autorità locali, sostenute dalle autorità responsabili della salute pubblica, devono, anche ai sensi del recente disposto legislativo (dlgs 241/2000) valutare l’entità del problema alla luce dell’architettura locale e delle condizioni geologiche ed aiutare a realizzare misure di prevenzione atte alla riduzione del rischio.

Abbiamo chiesto all’Ing. Stefano Del Gaudio, esperto di bioingegneria, cosa fare se si pensa di acquistare/vendere una abitazione: “è consigliabile per chi intende acquistare un appartamento richiedere al venditore un certificato di analisi relativo alla presenza di radon. Il test diviene forse necessario per gli immobili situati ai piani bassi essendo questi più a rischio”. Come si misura il Radon? “Poiché il radon e’ un gas incolore ed inodore, i suoi effetti non sono direttamente avvertibili dai sensi dell’uomo.

Oggi e’ possibile però risalire alla presenza di Radon principalmente con due tipi di dispositivi: Rivelatori Passivi e Rivelatori Attivi. I primi sono costituiti da pellicole sensibili alla radiazione Alfa che si perforano quando colpite dalla radiazione. Il numero dei fori presenti sulla pellicola in funzione della superficie esposta e del periodo di esposizione forniscono una buona indicazione della concentrazione di Radon nell’ambiente ad un prezzo accessibile a tutti.

I secondi sono costituiti da una pompa aspirante che convoglia l’aria su un particolare sensore Geiger sensibile prevalentemente alla radiazione alfa. I risultati sono piu’ attendibili ma il costo per l’analisi e’ piu’ elevato.

Come possono essere ridotti i livelli di concentrazione? “Elevati livelli di concentrazione possono essere ridotti con opportune modifiche strutturali dell’edificio. In Italia queste tecniche sono ancora pressocche’ sconosciute ma non tarderanno ad essere utilizzate per la sempre maggiore attenzione che si presta nella realizzazione di edifici Bio-Compatibili. In linea di principio le tecniche di riduzione si basano sulla ventilazione ed aspirazione naturale o forzata in funzione della tipologia costruttiva e delle caratteristiche geologiche dei suoli di fondazione”.

Mariano Russo